Oramai, questa accusa dell’”antisemitismo del Movimento Cinque Stelle”, già di antica data, sta diventando untormentone, sopratutto dopo il viaggio lampo aGerusalemme. E l’infelice comunicato dei deputati della Commissione Affari esteri e Politiche dell’Unione europea che, cerca di metterci una pezza, dichiarando tra l’altro che “…il Movimento 5 Stelle non è antisionista e tantomeno antisemita, siamo ben lontani dall’esserlo…” (suscitando su Facebook oltre tremila “mi piace” e una valanga di commenti rabbiosi) non fa che peggiorare le cose. Meglio tentare di far chiarezza. Solitamente cerco di affrontare gli argomenti con post di massimo 3.000 caratteri; per questa questione dovrò fare una eccezione. Pertanto, mettetevi comodi e sorbitevi questo pippone in due puntate.
Facciamo un esempio. Poniamo che, un bel giorno, un Tizio dichiari che i Cattolici sono un popolo. E fin qui nulla di indecente. Poi dichiari che essendo un popolo, per sfuggire, poniamo ai Mussulmani, hanno diritto ad una loro terra. OK? Voi, intanto, ve ne state qui, tranquilli in Italia e magari siete stati pure battezzati, ma a voi della religione non frega un accidente. OK? Bene, un bel giorno arrivano qui – brandendo il crocifisso e magari trasportati dalle navi del Tizio – orde di Cristiani di tutte le nazionalità: Filippini, Equadoregni, Rumeni, Congolesi…. tutti diversi come razza e cultura. Cercate di capirci qualcosa di questo esodo. Qualcuno – è vero! – scappa perché perseguitato per la sua fede. Ma gli altri? Perchè vogliono insediarsi nelle vostre case, nelle vostre terre? La loro risposta vi fa raggelare: “E’ la Legge del Ritorno. È scritto nella Bibbia. Siamo il Popolo Eletto e abbiamo il diritto di insediarci qui. In Italia. Nella Patria del Cristianesimo”. Cercate di controbattere: “Ma chi vi conosce?! Voi e i vostri avi non avete mai messo piede in Italia. Perché, invece di venire qui, non cercate, insieme ai vostri connazionali, di migliorare la vostra condizione?” Niente da fare: “Cristiano? No? E allora fottiti! Vatti a cercare un’altra terra dove vivere. E se pretendi di continuare a vivere in Italia, non ti azzardare a mangiare carne il venerdì.”
Questo, più o meno, è quanto avvenuto in Palestina. I primi tentativi del fondatore del Sionismo Theodor Herzl (che alla fine dell’Ottocento andava dallo Zar a comprarsi gli Ebrei da spedire in Palestina, pur di realizzare il suo delirio messianico) furono un fallimento. Poi con la Shoa ma, sopratutto con il progetto dell’imperialismo inglese di creare un “focolare ebraico” e, cioè un suo bastione nei paesi arabi, lacolonizzazione della “Terra Promessa” si è tradotta nell’espulsione di 4 milioni di Palestinesi e nell’accaparramento delle loro terre. Questo è il Sionismo. Che continua ancora oggi a spedire come “Ebrei” ogni anno in Palestina centinaia di migliaia di Russi, Polacchi, Ucraini, Etiopi… Questa è la causa dei mille massacri come Deir Yassin, Sabra e Shatila, Striscia di Gaza…. Altro che “bisogna riconoscere il diritto a esistere dello Stato di Israele, rinunciando al terrorismo e alla violenza” come recita il comunicato dei deputati CinqueStelle, che si preoccupa pure di sconfessare i pochi suoi parlamentari che hanno le idee chiare (“…e ciò che trapela da saltuarie interviste o dichiarazioni estemporanee sono da considerare a titolo strettamente personale…”).
Intendiamoci, ormai la frittata è fatta e le uova sono irrimediabilmente perse. Lo Stato di Israele, pur nato sulla pelle dei Palestinesi è una realtà che va riconosciuta. Ma almeno – cazzo! – vogliamo impedire che questo stato continui ad espandersi, ad esempio, condannando le colonie che continua ad insediare in Palestina? Perchè di questa sacrosanta rivendicazione non c’è alcuna traccia nel suddetto comunicato che condanna l’antisionismo e che “…non pretende di avere una linea filo palestinese o filo israeliana…”.
Ben altro (invece di “… accogliere con soddisfazione la richiesta d’incontro dell’Ambasciatore d’Israele in Italia, Naor Gilon” o di pretendere il rispetto dei, per fortuna, defunti “Accordi di Oslo”) dovrebbe fare il Movimento Cinque Stelle – e i suoi parlamentari, in primis – per garantire la Pace, battere il Sionismo e la sua pulizia etnica. Ad esempio aderire alla campagna di boicottaggio dei prodotti “israeliani” provenienti in realtà da terre strappate negli ultimi anni ani Palestinesi. Oppure chiedere la revoca del Trattato militare (in parte segreto!) stipulato nel 2005 tra Italia e Israele e che continua ad articolarsi in innumerevoli convenzioni stipulate da università e centri di ricerca italiani.
Poi c’è la questione dell’”antisemitismo”, che, purtroppo, dilaga come non mai, e non soltanto su Internet. Ma su questo ci ritorniamo. Per oggi (complice il caldo) la predica è finita.
Francesco Santoianni
La seconda parte dell’articolo è stata pubblicata qui
Parte seconda
Spesso partecipo a riunioni politiche nelle quali viene fuori il tenebroso ruolo di varie organizzazioni (Gruppo Bilderberg, Massoneria, Fondo Monetario Internazionale, Fondazione Rockfeller, BCE…) nella crisi economica che sta strangolando intere nazioni; e, ogni tanto, c’è qualcuno che ritiene interessante soffermarsi sulla presunta “origine ebraica” di molti dei capi di queste organizzazioni. Allarmato, solitamente, dopo aver sciorinato il mio repertorio di marxista inveterato – ad esempio, citando testi come questo o questo– concludo – tra la noia generale – che se si pretende di spiegare quello che succede intorno a noi, non come il prodotto delle contraddizioni di un sistema ormai putrescente – il capitalismo – ma come il copione di un complotto, si fa la fine di David Icke (del quale, tra l’altro, sono un devoto lettore) che addebita l’attuale crisi economica (e tutto il resto: la guerra, il dilagare delle droghe, la morte di Lady Diana, l’Undici Settembre…) ad un Piano dei Rettiliani, ordito ad Odessa nel 1410.
Ma torniamo al titolo di questo articolo. Grillo può essere tacciato di antisemitismo? Assolutamente no! Neanche come comico ha mai detto (ho fatto una ricerca di tre ore spulciando su Internet tutte le accusescagliate dalle autonominatesi “comunità ebraiche”) una sola parola contro gli Ebrei; non così, ad esempio,Berlusconi che pure si straccia le vesti a favore di Israele. E il Movimento Cinque Stelle? Tra i suoi quasi nove milioni di votanti è probabile che ce ne sia qualcuno (sicuramente, nessun parlamentare) che farnetica su Internet; ma, probabilmente ce ne saranno di più tra i votanti, poniamo, di Alemanno che quando era sindaco tirava fuori dalle casse del Comune soldi per spedire studenti romani a visitare il lager di Auschwitz.
Ma, allora? Perchè questo articolo? Perchè, come diceva Lenin, “L’antisemitismo è il socialismo degli imbecilli”. Vale a dire, in una situazione di profonda crisi e, in assenza di una analisi di classe e di una credibile guida rivoluzionaria, il pericolo è che si finisca per cercare il “capro espiatorio”, ebrei in primis. È già successo nella Germania prenazista (dove pure il Partito Socialdemocratico era egemone), sta succedendo oggi con il dilagare su Internet della Teoria del Complotto ordito da organizzazioni, come quelle sopra citate (nelle quali, tra l’altro, la presenza degli “Ebrei” è certamente inferiore a quella dei “Cristiani”, anche se a nessuno viene in mente di etichettare con questo termine, che so’. Monti, Prodi, Berlusconi, Obama…).
Intendiamoci, contro il Gruppo Bilderberg, Fondo Monetario e altre abominevoli oligarchie è giusto mobilitarsi (anche se qualche anima bella ritiene ciò “antisemitismo”) ma sarebbe il caso di considerarle non già centri di un “potere occulto” ma mere stanze di compensazione di interessi politici ed economici che vengono, in ultima analisi, determinati dalla lotta tra le classi.
Non avete capito niente? Allora, spieghiamoci meglio, soffermandoci sul “pensiero di Grillo” che – ripeto – nulla ha a che fare con l’antisemitismo, ma che può aprire pericolosi varchi. L’ideologia di Grillo (che stimo e che continuo, in parte, a sostenere) con il suo dare tutte le colpe ad una “Casta” che avrebbe divorato il Paese, il suo continuo richiamo ad una “era felice” nella quale i capitalisti pensavano a produrre merci e non alle speculazioni finanziarie, la sua pretesa di affidarsi alle “piccole e medie imprese”, è sostanzialmente “reazionaria”; addebita, cioè, la causa della crisi alle “storture” di un sistema capitalista che può essere, in qualche modo, corretto e piegato alle esigenze della collettività. Ad esempio, la sua battaglia contro gliincentivi pubblici che, in nome della “sfida della Globalizzazione”, vengono erogati alle imprese per delocalizzarsi all’estero. Una battaglia sacrosanta. Ma che sottace l’assoluta esigenza dei capitalisti di sopravvivere in un mercato che essi hanno reso globale. È il Capitalismo, baby. Che tenterà di sopravvivere anche incanalando la crescente rabbia contro un qualche nuovo o vecchio “capro espiatorio”. Un capitalismo contro il quale varrebbe la pena di prefigurare qualcosa di più credibile di un “governo dei cittadini” o della “democrazia digitale”. Cioè? Permettetemi di indicarlo citando Karl Marx: “Apparirà allora che il mondo possiede da tempo il sogno di una cosa di cui deve soltanto possedere la coscienza per possederla realmente.”
Siete ancora svegli? Bene, comunque niente panico. Stiamo per chiudere.
Alla diffusione della leggenda della onnipotente “lobby ebraica” contribuisce certamente la lobby sionista, composta, per lo più, da persone che con la religione ebraica non hanno nulla a che vedere. Ad esempio, tutti (o quasi) i politici italiani ed europei che, prima o dopo le elezioni, con in testa la “kippah” (più o meno, lo “zucchetto” del Papa) si prostrano davanti al Museo dell’Olocausto a Gerusalemme. E non lo fanno certo per motivi religiosi, ma perché oggi Israele rappresenta l’avamposto della politica americana, E non a caso, tutti questi, una volta tornati a casa, propongono iniziative per “scongiurare il ritorno dell’antisemitismo”, come lanuova legge bipartisan che si sta approntando, o la costruzione di un “museo dell’olocausto”, o innumerevoli libri e sceneggiati televisivi.
Questa “Industria dell’Olocausto” sviluppatasi per mimetizzare i crimini dello stato di Israele, bypassando ogni seria spiegazione politica e storica, rischia, tra l’altro, di cementare nell’opinione pubblica la percezione degli Ebrei come una “razza a sè” e questo sia in senso “positivo” che negativo. E così, ricomincia a serpeggiare (e non solo su Internet) il fantasma dell’antisemitismo. Un fantasma, si badi bene, coscientemente animato da quei “poteri forti” che (al pari dei signorotti medioevali che utilizzavano usurai di religione ebraica per imporre nuove tasse e finanziare nuove guerre) si preparano ad affrontare il peggio.
Francesco Santoianni
Testo già pubblicato nel sito: www.francescosantoianni.it